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Mozzarella di bufala? Quella vera è fatta così

Mozzarella di bufala? Quella vera è fatta così

Uno dei prodotti caseari più apprezzati della tradizione italiana è sicuramente la mozzarella di bufala. In estate raggiunge il picco del consumo. Mentre gli altri formaggi vengono un po’ messi da parte, lei diventa protagonista di piatti golosi, freschi e veloci. Mangiata in purezza, nella caprese o sopra la pizza gourmet sa catturare tutti gli appassionati della buona tavola. Ma come riconoscere la vera mozzarella di bufala dalle imitazioni? Il settore caseario è infatti uno dei più soggetti a frodi, il caso mozzarelle blu ci è infatti tristemente noto. La dottoressa Rossella Muroni, presidente di Legambiente, in una delle ultime puntate di diMartedì, afferma come nel solo 2015 ci siano stati più di 1400 illeciti in questo campo. A nostra tutela i numerosi consorzi, tra cui quello della mozzarella di bufala, che vigilano sulla corretta applicazione delle norme e quindi sulla nostra salute.

Mozzarella di bufala, questione di etichetta

La prima regola per non incorrere in fregature è leggere l’etichetta. Sembrerà banale ma è lo strumento migliore per capire che prodotto abbiamo davanti e se possiamo fidarci o meno. Gli ingredienti della vera mozzarella di bufala sono solo tre: latte fresco, fermenti e caglio. Talvolta per abbattere costi e tempi di produzione viene utilizzata una cagliata congelata, un prodotto semilavorato che non contiene latte. Occhio dunque a cosa è riportato sulle confezioni, diffidiamo dalle liste ingredienti troppo lunghe o con diciture strane.

Anche l’occhio vuole la sua parte

La seconda regola per riconoscere la vera mozzarella di bufala è guardarla. Quelle taroccate hanno una struttura granulosa che al taglio tende a sfaldarsi. Quelle originali presentano invece una superficie compatta, lucida e molto liscia. Una volta aperta la pasta deve avere delle striature e, cosa più importante di tutte, al taglio deve esserci la classica e caratteristica goccia di latte, sinonimo di qualità. Occhio dunque a non prendere una bufala!