Li abbiamo ammirati a lungo per la loro capacita giudicare i piatti dei diversi concorrenti di MasterChef, ma per una volta saranno i giudici del programma a essere sotto esame. Quale sarà il voto di chi ha provato la cucina dei ristoranti degli chef più famosi della TV e quali saranno i prezzi per i loro menu?
Piatti della tradizione locale rivisitati in chiave moderna, ma senza perdere di vista il gusto per le cose buone, sono la chiave per il successo (o l’insuccesso) di ogni ristorante e bistrot di questa classifica.
Tra i ristoranti e i cuochi più famosi della TV messi sotto la lente d’ingrandimento non manca nessuno: Cannavacciuolo, Klugmann, Barbieri e Bastianich, per una volta sono loro ad essere sulla graticola.
Per un pranzo e una cena davvero speciali o per una gita fuori porta, potrete recarvi in uno di questi luoghi che indubbiamente non deluderanno le aspettative di molti palati.
Scopriamo insieme i voti ai ristoranti dei giudici di MasterChef:
1) Da Cannavacciuolo a Villa Crespi
Per gustare i deliziosi piatti di Cannavacciuolo ci si deve recare a Villa Crespi. Un villone in stile moresco che domina il lago d’Orta: un luogo stupendo con arredi classici, diviso in più sale e con tavoli ben dislocati.
Il servizio è supervisionato da Cinzia Primatesta, la moglie dello chef, ed tra i migliori d’Italia. I piatti sono rivisitazioni della cucina mediterranea e piemontese.

I menu degustazione Carpe Diem e dal Nord al Sud Italia costano rispettivamente 120 e 170 euro, che diventano 180 e 245 con in più i vini. I piatti alla carta sono tantissimi ma secondo chi li ha giudicati costano davvero tanto ma il voto assegnatogli è comunque alto: 9. Stella Michelin nel 2003, quattro anni dopo l’apertura, e seconda nel 2006, sempre mantenuta.
Per l’Espresso, la cucina di Cannavacciuolo vale 4 Cappelli su un massimo di 5 mentre il Gambero Rosso assegna a Villa Crespi ben 94/100.

2) Da Klugmann a L’Argine a Vencò
Per assaporare i piatti della cuoca Antonia Klugmann è bene recarsi a L’Argine di Vencò, frazione di Dolegna del Collio, zona confinante tra la Slovenia e la provincia di Gorizia. Il ristorante è una casa con enormi vetrate, immerso nel verde che caratterizza la zona. Ogni piatto è preparato in perfetto stile nordico e arricchito con i fiori, le radici e le erbe spontanee.
Le portate sono modernissime e molto leggere. Qui si possono gustare sapori poco tradizionali come: la zucca hokkaido con il gelato di vaniglia salato, gli spatzle di tarassaco e prezzemolo con mantecatura di midollo e aceto di sirk e la lonza.

I menù degustazione partono da 90 euro per arrivare a un massimo di 145 euro, con i vini in abbinamento. Il voto di chi l’ha provato è comunque alto nonostante i prezzi: 8. Per godere dell’armonia del luogo più a lungo, è possibile soggiornare al B&B annesso.
La Stella Michelin è stata assegnata a questo ristorante a pochi mesi dall’apertura nel 2014, il voto del Gambero Rosso è di 84/100 e 3 Cappelli per l’Espresso.

3) Da Cannavacciuolo al Bistrot di Novara
Questo locale è a Novara e si trova all’interno del Teatro Coccia. Gli ambienti sono divisi in 2 livelli: il Café al piano terra e il Bistrot al piano superiore. Entrambi sono arredati in stile sia moderno sia vintage. I menù degustazione sono proposti a 65 e 80 euro (più 30 e 50 per abbinamento vini) ma i singoli piatti costano da 20 a 30 euro e si possono gustare: la pizza di scarola e burrata; le tagliatelle di grano arso, i ricci di mare e tarallo; agnello in tre cotture, maionese di nocciola, terrina di patate ed erbette.
Per questo locale il voto assegnatoli da chi ha provato è stato: 7,5. Pr questo bistrot sia la Michelin sia il Gambero Rosso, che gli assegna 2 Cocotte su un massimo di tre, sia l’Espresso, con Cappello, sono entusiasti del locale.

4) Da Barbieri al Fourghetti
Il locale di Bruno Barbieri si trova a Bologna ed è una storica locanda ristrutturata in chiave moderna.
Le salette interne sono separate e c’è anche uno spazio esterno molto curato. Il colore predominante per questo locale è il nero, in perfetto accostamento con l’essenzialità degli ambienti. La scelta dei piatti per il pranzo è decisamente ristretta mentre la sera si può gustare l’ampia tradizione culinaria locale.

Tra le portate si potranno assaporare dai classici tortellini alla cocotte di astice selvaggio con pesce acerbe e verdure marinate all’aceto di fiori di sambuco.
Invece, al Bar Bieri si può mangiare un hamburger, salumi con piadina fatta al momento oppure una selezione di ostriche. Al piano superiore si può anche alloggiare, poche camere ma davvero di design. Il prezzo stimato per due piatti e un dolce è di circa 60 euro e chi l’ha provato conferma l’atmosfera piacevole, con una votazione pari a: 7. La Michelin lo descrive con discreto entusiasmo, mentre l’Espresso sottolinea la necessità di un servizio più esperto ma il Gambero Rosso lo considera un bistrot che merita 2 Cocotte.

5) Un angolo di Cannavacciuolo anche a Torino
In questo ristorante il menu degustazione è uno solo e costa 75 euro.
Inoltre, i piatti sono in gran parte diversi dagli altri locali. Qui si possono gustare: la triglia, gli spinaci, il mango ed il frutto della passione; i rigatoni con animelle, le cime di rapa e la bagna cauda e l’Anatra alla liquirizia e cavolfiore. Per questo ristorante, il voto di chi l’ha provato è stato: 7. La Michelin e il Gambero Rosso esprimono le stesse valutazioni fatte per il locale di Novara e l’Espresso crede nelle potenzialità del locale.

6) Da Bastianich all’Orsone
Il ristorante dello chef Joe Bastianich, Orsone, ha aperto nell’autunno 2013, nei pressi di Cividale del Friuli, nei pressi della Tenuta Bastianich. Il locale era nato inizialmente con un’anima ambivalente: cucina italiana e regionale da una parte e americana-newyorkese dall’altra. Ma questo si è poi rivelato un problema così l’offerta culinaria è diventata unica: hamburger e lobster roll. Il voto di chi ha provato i piatti è decisamente basso rispetto ai precedenti: 6. Per questo ristorante il Gambero Rosso gli assegna 79/100, la Michelin lo trova particolare mentre l’Espresso ha un giudizio di perplessità.

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